Либретто оперы на итальянском:
http://opera.stanford.edu/Peri/Euridice/libretto.htmlJacopo Peri (1561-1633)
EURIDICE
Favola in Musica
su testo di Ottavio Rinuccini
Prologo
La Tragedia
Io che d'alti sospir vaga e di pianti
Spars'hor di doglia hor di minaccie il volto
Fei negli ampi teatri al popol folto
Scolorir di pietà volti e sembianti.
Non sangue sparso d'innocenti vene,
Non ciglia spente di tiranno insano,
Spettacolo infelice al guardo umano
Canto su meste, e lagrimose scene.
Lungi via lungi pur da regi tetti
Simulacri funesti ombre d'affanni
Ecco i mesti coturni, e i foschi panni
Cangio e desto nei cor più dolci affetti
Hor s'avverrà, che le cangiate forme
Non senz'alto stupor la terra ammiri
Tal ch'ogni alma gentil ch'Apollo inspiri
Del mio novo cammin calpesti l'orme
Pastore del coro
Ninfe ch'i bei crin d'oro
Sciogliete liete à lo scherzar de'venti
E voi ch'almo tesoro
Dentro chiudete à bei rubini ardenti
E voi ch'à l'Alba in ciel togliete i vanti
Tutte venite, ò Pastorelle amanti;
E per queste fiorite alme contrade
Risuonin liete voci, e lieti canti:
Oggi à somma beltate
Giunge sommo valor santo Imeneo.
Avventuroso Orfeo
Fortunata Euridice
Pur vi congiunse il Ciel, o dì felice
Ninfa del coro
Raddoppia e fiamme e lumi
Al memorabil giorno, Febo,
Ch'il carro d'or rivolgi intorno
Pastore dei coro
E voi celesti Numi
Per l'alto Ciel con certo moto erranti,
Rivolgete sereni Di pace, e d'amor pieni
Alle bell'alme i lucidi sembianti
Ninfa del coro
Vaghe Ninfe amorose
Inghirlandate il crin d'alme viole
Dite liete e festose:
Non vede un simil par d'amanti il Sole
Coro
Non vede un simil par d'amanti il Sole
Euridice
Donne ch'a miei diletti
Rasserenate sì lo sguardo, e'l volto
Che dentro à vostri petti
Tutto rassembr'il mio gioir raccolto
Deh come lieta ascolto
I dolci canti, e gli amorosi detti
D'amor di cortesia graditi affetti.
Ninfa del coro
Qual in sì rozzo core
Alberga alma sì fèra, alma sì dura
Che di sì bell'amor l'alta ventura
Non colmi di diletto, e di dolcezza
Aminta
Credi Ninfa gentile,
Pregio d'ogni bellezza,
Che non è fera in bosco, augello in fronda
O muto pesce in onda,
Ch'oggi non formi e spiri
Dolcissimi d'amor sensi, e sospiri.
Non pur son liete l'alme e lieti i cori
De' vostri dolci amori.
Euridice
In mille guise, e mille
Crescon le gioie mie dentr'al mio petto
Mentr'ogn'una di voi par che scintille
Dal bel guardo seren gioia, e diletto;
Ma, deh, compagne amate,
Là tra quell'ombre grate
Movian di quel fiorito almo boschetto
E quivi al suon de' limpidi cristalli
Trarren liete caròle e lieti balli.
Ninfa del coro
Itene liete pur, noi qui fra tanto
Che sopraggiunga Orfeo
L'ore trapasseren con lieto canto
Coro
Al canto, al ballo, all'ombra, al prato adorno
Alle bell'onde liete
Tutti o pastor correte
Dolce cantando in sì beato giorno.
Ninfa del coro
Selvaggia Diva e boscherecce ninfe,
Satiri e voi silvani
Reti lasciate e cani
Venite al suon delle correnti linfe.
Coro
Al canto....
Aminta
Bella madre d'amor, da l'alto coro
Scendi ai nostri diletti
E coi bei pargoletti
Fendi le nubi e il ciel con l'ali d'oro
Coro
Al canto....
Dafne
Corrin di puro latte e rivi, e fiumi
Di mel distilli e manna
Ogni selvaggia canna
Versate ambrosia e voi celesti numi
Orfeo
Antri, ch'a miei lamenti
Rimbombaste dolenti,
Amiche piagge,
E voi, piante selvagge,
Che alle dogliose rime
Piegaste per pietà l'altere cime,
Non fia più, no, che la mia nobile cetra,
Con flebil canto a lagrimar v'alletti.
Ineffabil mercede, almi diletti
Amor cortese oggi al mio pianto impetra.
Ma deh, perchè sì lente
Del bel carro immortal le rote accese
Per l'eterno cammin tardano il corso?
Sferza, Padre cortese,
A' volanti destrier la groppa e il dorso!
Spegni ne l'onde omai,
Spegni o nascondi i fiammeggianti rai!
Bella madre d'amor,
Da l'onde fuora sorgi
E la notte ombrosa
Di vaga luce scintillando indora.
Venga, deh, venga omai la bella sposa
Tra il notturno silenzio e i lieti orrori
A temprar tante fiamme e tanti ardori!
Arcetro
Sia pur lodato il ciel, lodato amore,
Che d'allegrezza colmo
Pur ne la fronte un dì ti vidi il core.
Orfeo
O mio fedel! Neppur picciola stilla
Agli occhi tuoi traspare
De l'infinito mare
Che di dolcezza Amor nel cor mi stilla.
Arcetro
Or non ti riede in mente
Quando fra tante pene
Io ti dicea sovente:
Armati il cor di generosa speme!
Che dei fedeli amanti
Non ponno alfin de le donzelle i cori
Sentir senza pietà le voci e i pianti.
Ecco che ai tuoi dolori
Pur s'ammolliro alfine
Del disdegnoso cor gli aspri rigori.
Orfeo
Ben conosco or che tra pungenti spine
Tue dolcissime rose
Amor serbi nascose.
Or veggio, e sento,
Che per farne gioir ne dai tormento.
Tirsi
Nel puro ardor della più bella stella
Aurea facella di bel foco accendi
E qui discendi su l'aurate piume
Giocondo nume, e di celeste fiamma
L'anime infiamma.
Lieto Imeneo, d'alta dolcezza un nembo
Trabocca in grembo ai fortunati amanti
E tra bei canti di soavi amori
Sveglia nei cori una dolce aura, un riso
Di Paradiso.
Arcetro
Deh, come ogni bifolco, ogni pastore,
Ai tuoi lieti imenei
Scopre il piacer ch'entro racchiude il core
Tirsi
Del tuo beato amor gli alti contenti
Crescano ognor come per pioggia suole
L'onda gonfiar de' rapidi torrenti.
Orfeo
E per te, Tirsi mio, rimeni il sole
Sempre le notti e i dì lieti e ridenti.
Dafne
Lassa, che di spavento e di pietade
Gelami il cor nel seno.
Miserabil beltade!
Come in un punto, ohimè, venisti meno.
Ahi, che lampo o baleno
In notturno seren ben ratto fugge!
Ma più rapida l'ale
Affretta umana vita al dì fatale.
Arcetro
Ohimè, che fia giammai?
Pur or tutta gioiosa
Al fonte degli allor costei lasciai.
Dafne
O giorno pien d'angoscia e pien di guai!
Orfeo
Qual così ria novella
Turba il tuo bel sembiante
In così lieto di, gentil donzella?
Dafne
O, del gran Febo e delle sacre dive
Pregio sovran, di queste selve onore,
Non chieder la cagion del mio dolore!
Orfeo
Ninfa, deh, sì contenta
Ridir perchè t'affanni,
Che taciuto martir troppo tormenta!
Dafne
Com'esser può giammai
Ch'io narri e ch'io riveli
Sì miserabil caso?
O fato, o cieli!
Deh, lasciami tacer, troppo il saprai...
Arcetro
Di pur: sovente del timor l'affanno
E' dell'istesso mal men grave assai
Dafne
Troppo più del timor fia grave il danno!
Orfeo
Ah, non sospender più l'alma turbata!
Dafne
Per quel vago boschetto
Ove, rigando i fiori,
Lento trascorre il fonte degli allori
Prendea dolce diletto
Con le compagne sue la bella sposa.
Chi violetta o rosa
Per far ghirlanda al crine
Togliea dal prato o dall'acute spine.
Ma la bella Euridice
Movea danzando il più sul verde prato
Quando ahi, ria sorte acerba,
Angue crudo e spietato
Che celato giacea tra i fiori e l'erba
Punsele il piè con sì maligno dente
Che impallidì repente
Come raggio di sol che nube adombri.
E dal profondo core
Come un sospir mortale
Sì spaventoso ohimè sospinse fuore
Che quasi avesser l'ale
Giunse ogni ninfa al doloroso suono.
Et ella in abbandono
Tutta lasciossi allor fra l'altrui braccia.
Spargeva il volto e le dorate chiome
Un sudor vieppiù freddo assai che ghiaccio
Indi si udì il tuo nome
Tra le labbra sonar, fredde e tremanti,
E volti gli occhi al cielo,
Restò tanta bellezza immobil gelo.
Arcetro
Che narri! Ohimè, che sento!
Misera ninfa, e più misero amante,
Spettacol di miseria e di tormento!
Orfeo
Non piango e non sospiro
Che sospirar, che lagrimar non posso,
Cadavero infelice,
O mio core, o mia speme, o pace, o vita!
Ohimè, chi mi t'ha tolto,
Chi mi t'ha tolto, ohimè, dove sei gita?
Tosto vedrà che invano
Non chiamasti morendo il tuo consorte,
Non son, non son lontano,
Io vengo, o cara vita, o cara morte.
Arcetro
Ahi, morte invida e ria!
Così recidi il fior dell'altrui speme,
Così turbi d'amor gli almi diletti!
Lasso, ma indarno ai venti
Ove morte n'assal volan le strida.
Fia più senno il seguirlo acciò non vinto
Da soverchio dolor se stesso uccida.
Dafne
Va pur, che ogni dolor si fa men grave
Ove d'amico fido
Reca conforto il ragionar soave
Qui tornano le compagne di Euridice
Tirsi
Dunque è pur ver che scompagnate e sole
Tornate, o donne mie,
Senza la scorta di quel vivo sole?
Pastore
Sconsolati desir gioie fugaci
O speranze fallaci
E chi creduto avrebbe
In sì breve momento
Veder il Sol d'ogni bellezza spento?
Tirsi
Bel dì che in sul mattin sì lieto apristi,
Deh, come avanti sera
nube di duol t'avvolge oscura e nera!
Dafne
Cruda morte, ahi pur potesti
Oscurar sì dolci lampi!
Sospirate aure celesti
Lacrimate, o selve, o campi.
Sospirate
Coro
Sospirate, aure dolenti.
Lagrimate, o selve, o campi
Dafne
Quel bel volto almo fiorito
Onde Amor suo seggio pose
Pur lasciaste scolorito
Senza gigli e senza rose.
Sospirate
Coro
Sospirate...
Dafne
Fiammeggiar di negre ciglia
C'ogni stella oscura in prova
Chioma d'or, guancia vermiglia
Contro a morte, ohimè, che giova?
Sospirate
Coro
Sospirate...
Trio
Ben nocchier costante e forte
Sa schernir marino sdegno.
Ahi, fuggir colpo di morte
Già non val mortal disegno.
Sospirate
Coro
Sospirate...
Arcetro
Se fato invido e rio
Di queste amate piagge ha spento il sole
Donne, ne riconsole!
Che per celeste aita
Il misero pastor rimaso é in vita
Dafne
Benigno don degli immortali dei,
Se vive ancor, da tanta angoscia oppresso!
Ma tu, perchè non sei
In sì grand'uopo al caro amico appresso?
Arcetro
Con frettoloso passo,
Come tu sai dietro gli tenni: orquando
Da lungi il vidi, che dolente e lasso
Sen gìa com'huom d'ogni allegrezza al bando,
Il corso alquanto allento,
Pur tuttavia da lungi
Tenendo al suo cammin lo sguardo intento.
Et ecco al loco ei giunge
Ove fù morte il memorabil danno.
Ivi, con tanto affanno,
Sì dolenti sospir dal cor gli usciro
Che le fere e le piante, e l'erbe e i fiori
Sospirar seco e lamentar s'udiro.
Et egli: o fere, o piante, o fronde, o fiori
Qual di voi per pietà m'addita il loco
Ove ghiaccio divenne il mio bel foco?
E come porsi il caso o volse il fato
Girando intorno le dolenti ciglia
Scorse sul verde prato
Del bel sangue di lei l'erba vermiglia
Dafne
Ahi miserabil vista! Ahi fato acerbo!
Arcetro
Sovra il sanguigno smalto
Immobilmente affisse
Le lacrimose luci e il volto esangue,
Indi tremando disse: o sangue
O caro sangue
Del mio ricco tesor misero avanzo!
Deh, con i baci insieme
Prendi dell'alma ancor quest'aure estreme!
E quasi ei fosse d'insensata pietra
Cadde sulle erba. E quivi
Non dirò fonti o rivi
Ma di lacrime amare
Da quegli occhi sgorgar pareva un mare.
Dafne
Ma tu, perchè tardavi a darle aita?
Arcetro
Io che pensato avea di starmi ascoso
Fin che l'aspro dolor sfogasse alquanto
Quando sul prato erboso
Cader lo viddi, e crescer pianto a pianto
Volsi per sollevarlo. O meraviglia!
Et ecco un lampo ardente
Dall'alto Ciel mi saettò le ciglia.
Allor gli occhi repente
Rivolsi al folgorar del nuovo lume
E sovruman costume
Entro bel carro di zaffir lucente
Donna vidi celeste, al cui sembiante
Si coloriva il ciel di luce e d'oro.
Ivi dal carro scese
L'altera Donna, e con sembiante umano
Candida man per sollevarlo stese.
Al celeste soccorso
La destra ei prese e fe' sereno il viso.
Io di sì lieto avviso
Per rallegrarvi il cor mi diedi al corso.
Pastore
A te, qual tu ti sia degli alti Numi,
Che al nobile pastor recasti aita
Mentre avran queste membra e spirto e vita
Canterem lodi ognor tra incensi e fumi.
Coro
Se de boschi i verdi onori
Raggirar su nudi campi
Fa stridor d'orrido verno
Sorgon anco, e frond'e fiori
Appressand'i dolci lampi
Della luce il carro eterno.
S'al soffiar d'Austro nemboso
Crolla in mar gli scogli alteri
L'onda torbida spumante
Dolce increspa il tergo ondoso
Sciolti i nembi oscuri e feri
Aura tremola, e vagante.
Al rotar del Ciel superno
Non pur l'aer, e'l foco intorno
Ma si volge il tutto in giro
Non è il ben, nel pianto eterno
Come or sorge or cade il giorno
Regna qui gioia e martiro.
Tirsi
Poi che dal bel sereno
In queste piagge humil tra noi mortali
Scendon gli Dei pietosi a nostri mali,
Pria che Febo nascondi a Teti in seno
I rai lucenti,e chiari,
Al tempio a sacri altari
Andian devoti e con celeste zelo
Alziam le voci e il cor cantando al cielo
Coro
Alziam le voci e il cor cantando al Cielo
FINE ATTO I